Migliorare la fruizione del tempo e dello spazio per favorire nuovi modelli di lavoro più efficaci, sostenibili e produttivi. Questa la filosofia alla base del lavoro agile.
L’articolo 18 comma 1 della Normativa Contrattuale (L. 22 maggio 2017, n. 81) definisce lo Smart Working come:
“(…) modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, (…) senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale (…).”
Molte sono le tipologie di lavoratori interessate, per esempio: operatori di telemarketing, programmatori informatici, progettisti, addetti marketing e commerciali, personale di assistenza tecnica telefonica, impiegati amministrativi.
I benefici per il dipendente di questo nuovo modo di lavorare sono facilmente intuibili:
- Maggiore flessibilità di orario.
- Riduzione dello stress da spostamenti.
- Possibilità di conciliare vita personale e professionale.
Ma ci sono molti potenziali vantaggi anche per le aziende:
- Produttività: si stima che si possa ottenere un incremento di produttività del 15% per lavoratore (Dati 2017 – Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano per TeamSystem)
- Costi: risparmio economico grazie alla diminuzione dei consumi interni (affitto per esigenza di spazi minori, energia elettrica, attrezzature, mensa ecc.)
- Ecologia: con una sola giornata a settimana di remote working si risparmiano 40 ore annue di spostamenti e si ha una riduzione delle emissioni pari a 150 kg di CO2
Lo Smart Working comporta essenzialmente un cambio di mentalità manageriale, che badi ai risultati e non ai mezzi e che si basi sulla fiducia verso i collaboratori, orientati – a loro volta – al risultato.